Certe volte, più o meno consapevolmente, ci salta all’occhio qualcosa di noi che per anni non avevamo realizzato: un sentire, un’aspirazione, un sogno, un desiderio, una “verità” che sta proprio lì, appiccicata alla nostra pelle e dentro il sangue. Una volta riconosciuto ed osservato questo “oltre”, non possiamo più dimenticare. Nè mentire ancora a noi stessi, se non a condizione di trasformare la nostra esistenza in una scialba imitazione di vita.

Qualcuno, a questo punto, cerca di dimenticare o di trovare rifugio in una consolante  ripetizione di abitudini, in un rassicurante asserire identità collaudate  e che riscuotono consenso con gli altri, finchè non accade qualcosa che produce un forte attrito ed innesca un’intuizione: ” la mia vita non può essere sempre condizionata da eventi esterni “.  Questo porta direttamente a rendersi conto che oltre, molto oltre qualsiasi grande sogno, risiede la propria essenza, la propria autentica realtà. Che a quella realtà è necessario “connettersi” e che la nostra capacità di interagire deliberatamente con il mondo esterno è la vera magia latente in noi. E’ la nascita della fiducia in se stessi. Nonostante tutto.

RG