A volte la vita ci spinge a cercare un significato più ampio, specialmente quando rischiamo di soffocare nello sconforto, quando ci confrontiamo con imprevedibili eventi drammatici che sconvolgono le nostre abitudini.
Veniamo scaraventati fuori dai nostri circuiti abituali in modo da dover fare i conti necessariamente con la natura dinamica della realtà, una natura in continua e ciclica trasformazione.
Moltissimo può dipendere da noi e dalla nostra volontà e capacità di aprirci a nuove realizzazioni, ma ci sono anche ambiti della vita che non dipendono da noi, che non possiamo prevedere né, spesso, modificare.
E’ proprio a questo punto che nasce il bisogno di indagare a fondo sulla vera natura della realtà.
Ci si chiede se davvero esiste solo ciò che possiamo percepire con i cinque sensi, se siamo gli unici abitanti del ( degli ) universi e se c’è un altro modo, oltre quelli conosciuti ed appresi tramite la socializzazione, di affrontare la vita.
Le risposte possono essere tante, si può fare appello alla fede, o alla scienza, o a varie dottrine o ricerche filosofiche.
Ma, come diceva un personaggio del film Io robot, “devi scegliere la domanda giusta”, cioè come porsi la domanda, cercando la risposta in prima persona, esplorando, sperimentando, confrontandosi con altri.
A questo punto possono accadere due cose: una è che si apprendono tecniche, nuove o antiche, che mirano a portare soluzioni, cambiamenti nella propria vita. Spesso producono validi risultati e, con un po’ di costanza, è possibile sperimentare un sensibile miglioramento.
Ma la tecnica in sé è relativa all’universo in cui viviamo, in cui sperimentiamo il problema e, dunque, per quanto più ampio di prima, un universo piccolo. Accade che, dopo un po’, il problema si ripresenta nuovamente ad altri livelli.
La seconda cosa che può accadere è che ci si rende conto che bisogna allargare la visione di 360 gradi e sperimentare universi di categoria decisamente più ampia.
In questa prospettiva, il problema si rimpicciolisce e, allo stesso tempo, si arriva a modificarne a livello cellulare la causa stessa. Questo è il caso in cui la trasformazione è visibile e definitive e il nostro orizzonte si apre per mostrarci aspetti ancora più vasti della vita.
Il motivo per cui abbiamo sempre sentito dire dai mistici che siamo tutti uno, è che esiste un’unica realtà che si manifesta a livelli diversi. Questo fornisce spiegazioni anche logiche a tutto ciò che si manifesta, inclusa la morte. Diversamente, la vita sarebbe solo un insieme di eventi fortuiti e senza senso.
Tutte le varie tecniche confluiscono dunque in un unico percorso, che ognuno può seguire a seconda del proprio intuito e della propria sensibilità, che continua a cambiare.
Rachele Giancaspro
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