La creatività è una sottile percezione, un linguaggio silenzioso sottostante al frastuono degli impegni della vita, dei ruoli e dei solchi già tracciati. Quel linguaggio è sempre presente ma poco riconosciuto perché usa caratteri e segni più simili a una partitura musicale che a un alfabeto.

Sembra di uso esclusivo per esperti d’arte. Ma se ampliamo l’ambito di manifestazione della creatività dal campo artistico a tutto ciò che ci accade, possiamo individuarla come un invisibile intrecciato al visibile, alla vita, una musica potente e misteriosa che appartiene ad ogni attimo dell’esistere. E la sua esistenza è rivelata da momenti in cui ciò che vedi non ti basta più, e anche se ancora non sai cosa cercare, senti e sai che c’è altro. La creatività ha i suoi codici, i suoi canali preferenziali. Uno di questi è la percezione espansa, quel sentire senza paletti che ci fa uscire da noi stessi per sperimentare con altri organi sensoriali e aprire a possibilità oltre il limite conosciuto. L’intuizione, la Visione, la fiducia, le emozioni stesse, ne sono ottimi conduttori. Si tratta di sapersi destreggiare talvolta attraverso il caos, o nella notte buia come la pece, per agganciarsi a quella musica, a quel linguaggio non ordinario,fino a sentire il silenzio di spazio e tempo esprimersi come fa il vento, la pioggia, la risacca, che portano via tutto. Rimane lo spirito che svela l’anima e trasforma la vita in arte.

Rachele Giancaspro